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Foto credit, archivio personale

Conosciamo Parigi per averla percorsa lungo i suoi boulevards. Ammirato gli imponenti palazzi di Haussmann e sognato di abitare in una stanzetta dell’ultimo piano tra i comignoli dei suoi tetti. Beviamo l’acqua dalle fontane di Wallace, contempliamo la magnificenza delle Conciergerie, amiamo il verde delle Tuileries e la serenità dei Giardini du Luxembourg. Attraversiamo i ponti dell’Ile de la Cité mentre un bateau mouche ci passa sotto i piedi. Assaporiamo la frutta e la verdura della campagna parigina sulle bancarelle del mercato di Mouffetard. Amiamo Parigi così tanto da lasciarci talvolta imbrogliare dai pataccari di Pigalle. Noi, con la nostra storia antica di trafugatori di reliquie. Godiamo della vista degli oggetti prodotti delle Maison più prestigiose, percorrendo Rue Saint Honoré e Rue de Rivoli per arrivare a Concorde e da li allungare lo sguardo strizzando gli occhi sugli Champ Elisee per riuscire ad ammirare l’Arc de Triomphe. Senza dimenticare l’aristocratica Vendome, la politica Republique con la sua Marianne e la rivoluzionaria Bastille

E poi c’è l’arte, il Beaubourg, il Louvre, Pont Neuf e i bouquinistes lungosenna. 

Insomma, conosciamo Parigi per quella che è in superficie. Ma c’è un’altra Parigi sotto Parigi. 

Tante le storie, prendiamone una.

Non tutti sanno che il sottosuolo della Ville lumière è intersecato da una fitta rete di gallerie, che i francesi chiamano Catacombe. In realtà si tratta di gallerie che si sono formate durante un lungo lavoro di scavo nel tufo per estrarre il materiale, di cui il territorio è ricco, utilizzato nel corso dei secoli per la costruzione degli edifici che adornano la città. Notre Dame ne è un classico esempio.

Lo scavo è stato realizzato nel corso dei secoli a partire dal medioevo, dai 15 ai 25 metri di profondità e si estende per oltre 300 km sotto la città. Talvolta su due o tre livelli e comunque al di sotto della rete fognaria e della metropolitana. Si è scavato così in profondità, per evitare di compromettere la stabilità dei palazzi che vi sorgono in superficie o danneggiare la fitta rete fognaria e metropolitana che l’attraversa.

Se a qualcuno di voi viene voglia di provare l’ebbrezza di una  “escursione” sotterranea, partendo da uno degli accessi esistenti a queste gallerie, di cui la città di Parigi abbonda, ammesso che riesca ad individuare un punto di accesso, sappia che è proibito dalla legge e che peraltro, esiste un nucleo speciale della polizia parigina che si occupa del contrasto al fenomeno della cosiddetta Catafilia.

I Catafili invece, sono coloro che infrangono questa legge, ma che comunque conoscono gli accessi e si sanno districare nei reticoli delle gallerie sotterranee e vivono in compagnia di altre persone che ne condividono lo spirito, alcune ore o giorni sotto Parigi. Chissà, forse in altro momento ne racconteremo alcune di queste storie, che meritano di essere raccontate e diffuse. 

Tornando ai componenti del nucleo speciale di polizia, diciamo che per via del loro armamentario e abbigliamento, assomigliano più a speleologi con tanto di tuta, casco e lampada da minatore, piuttosto che a gendarmi.

Mi è capitato di incontrarli casualmente per strada, mentre da Saint Lazare percorrevo a piedi rue d’Amsterdam per raggiungere Montmartre. Evidentemente nei paraggi vi era, come poi ne ho avuto conferma, un accesso sotterraneo.

Li ho notati mentre parcheggiavano un furgone in doppia fila. Sono scesi frettolosamente indossando una tuta e un casco sul capo. Corde e cinture per imbracatura avvolgevano il loro corpo. Il furgone, dopo averli lasciati è ripartito con la stessa fretta con cui era arrivato. La squadra, aperto un tombino sul marciapiedi, si è infilata e, uno dopo l’altro, sono scomparsi nel sottosuolo, mentre l’ultimo di loro chiudeva il tombino sulla sua testa. Sono stati così rapidi da non aver avuto modo di immortalare la scena con uno scatto.

Il disinteresse mostrato nel tempo verso il sottosuolo parigino ha consentito di preservare quei luoghi conservando quasi integralmente la struttura originaria. E quando nel 1785 per ragioni di salute pubblica venne emanato il decreto che ordinava la soppressione del Cimitero degli Innocenti, la più grande necropoli della città, che si sviluppava nell’area adiacente la Fontana degli Innocenti, lungo la via di Saint Denis, e la decisione di trasformare quell’area in Piazza pubblica, le gallerie sotterranee di Parigi hanno offerto una valida soluzione al trasferimento e collocazione dell’ossario di Parigi.

Per tale ragione venne individuata un’area a sud della città, nella pianura di Mont-Rouge, le cui gallerie avrebbero dovuto ospitare l’enorme quantità di resti umani, calcolati all’epoca dai sei ai sette milioni di persone. Il trasferimento delle ossa avvenne l’anno successivo su carri funebri di notte al chiarore delle torce.

Quelle gallerie, oggi visitabili, da allora divennero l’ossario generale dei cimiteri parigini, ovvero Le Catacombe di Parigi.

Il Cimitero degli Innocenti al contrario di quello che è stato un tempo è oggi il cuore pulsante della città. Il nucleo centrale attorno al quale la stessa città si è sviluppata e si estende su una vasta area che occupa l’intero 1° Arrondissement, che comprende il grande e antico mercato Les Halles, e oggi, dopo il concorso lanciato dal Comune di Parigi per una ricostruzione del Forum des Halles, il centro di gravità di Parigi, ha La Canopée di Berger Anziutti Architects. Poi c’è la mitica e caotica fermata metropolitana Chatelet, il Bouburg, la Borsa del Commercio e la romantica rue Saint Denis. La presenza ancora oggi dell’antica Fontana degli Innocenti e di alcuni archi che sorreggevano le fosse comuni in rue de la Lingerie, attestano la presenza in quell’area dell’antico Cimitero degli Innocenti.

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