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Dalida – Il venait d’avoir 18 ans

Avevo deciso di visitare una Parigi insolita, diversa, fuori dagli itinerari del turismo da raccontare agli amici mentre stacchi un pezzo di pizza sorseggiando una birra. Viverla piuttosto che narrarla. Sai, quando ti prende quella strana voglia di perderti lungo le avenue che attraversano i grandi boulevard, bere un caffè in un bistrot o il desiderio di confonderti coi parigini ed assaporare le emozioni che producono i mercatini rionali. Da Monge nei pressi di Rue Mouffetard per finire nel coloratissimo mercato di Bastille. Da qui, lungo Rue de la Roquette, passando per Voltaire eccomi a Père-Lachaise, il cimitero più visitato al mondo, dov’è sepolto Balzac, Rossini, Bellini, De Nittis, Moliere, Modigliani, Murat e tantissimi altri grandi della storia della musica, della letteratura, della pittura e della politica.

Ad un tratto i personaggi del nostro immaginario si fanno realtà. Leggi i loro nomi sulle loro case.
A Père-Lachaise è sepolta anche Colette, pseudonimo di Sidonie-Gabrielle Colette (1873-1954), prolifica scrittrice francese, considerata una fra le maggiori figure della prima metà del XX secolo.
Una donna libera ed emancipata. I suoi scritti frantumano gli schemi sociali dell’epoca, liberandoli dai tabù delle restrizioni morali e fanno scalpore. Lo stesso direttore de “Le Matin” sospende le pubblicazioni  di “Le Blé en herbe“, non appena si accorge che l’opera ruota attorno alla scoperta della sessualità.
Le Blé en herbe“, il romanzo più celebre di Colette, ha ispirato “Il venait d’avoir 18 ans“, un bellissimo testo d’amore scritto da Pascal Sevran, Serge Lebrail e Pascal Auriat, interpretato in modo sublime dalla cantante franco-italiana Dalida (pseudonimo di Iolanda Cristina Gigliotti – 1933 -1987).

Nel suo romanzo Colette narra l’iniziazione sentimentale e sessuale di Philippe, un ragazzo di 16 anni, e Vinca, di 15, due adolescenti parigini in vacanza con le rispettive famiglie in Bretagna.
Vinca scopre il potere della seduzione femminile, Philippe intreccia una vera e propria relazione d’amore emotivamente intensa e vibrante con una donna molto più matura di lui.
Quando l’estate finisce il giovane Philippe, turbato e confuso dall’avventura amorosa, torna con la sua amica coetanea, nelle rispettive case parigine. Solo allora comprenderanno entrambi che il loro rapporto andava oltre la pura e semplice amicizia, ma comprenderanno anche che una stagione della vita si era conclusa ed una nuova iniziava.
Le “Blé en herbe“, il grano in erba è la metafora del faticoso passaggio obbligato dalla pubertà all’adolescenza, per arrivare a quella fase della vita matura per ogni essere umano. Ma rappresenta anche la malinconia del tempo che passa.
Così ne “Il venait d’avoir 18 ans” due generazioni si confrontano. Due stati d’animo che partono da punti di vista differenti si incontrano per un attimo per farsi amore.
Lui giovane, spavaldo e insolente con le primavere da venire, non parla mai d’amore. Gli sembra ridicolo. Ride dei gesti sensuali, della mano passata tra i capelli e il nero della matita sugli occhi. L’ha visto fare al cinema. Lei che (ri)scopre per un attimo un cielo superbo, cerca di trattenerlo, ma la realtà le ricorda di tornare al suo tempo, anche se, per una volta, è stato comunque bello comportarsi e truccarsi come una ragazzina.

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