Gli elettori modugnesi con il voto del 31 maggio scorso hanno ridato a Magrone il comando della nave per riprendere la navigazione interrotta bruscamente con le dimissioni di tredici consiglieri comunali il 22 agosto 2014.
Eletto sindaco per la seconda volta, l’ex magistrato ha affermato di essersi dato una Giunta nel segno della continuità. Quasi a voler sanare il trauma socio-politico perpetrato dai “tredici”, stigmatizzare il primato della volontà popolare sulle sovrastrutture politiche, far tacere “il piccio” dei singoli, che spesso decidono diversamente dal sentire comune, ed infine, come egli stesso ha detto, “riprendere da dove ci hanno costretti a lasciare”.
Messe così le cose trovano spazio e giustificazione le riconferme assessorili di Banchino, Scardigno e Luciano.
E gli altri? Surclassati, dal momento che la scelta è ricaduta su persone che, dice sempre Magrone, per le loro competenze, possono dare una risposta più adeguata ai problemi di Modugno, a prescindere dall’area politica di appartenenza.
Una novità. Il merito e la competenza diventano criterio di valutazione e scelta. Non è stato così nella precedente esperienza amminstrativa a guida Magrone, dove alcuni ruoli sono stati ricoperti da persone impreparate, prive di professionalità e talvolta incapaci di affrontare le funzioni che ricoprivano.
Comunque sia, Magrone è di nuovo sindaco e la sua Giunta operativa. Adesso, come si dice, lasciamoli lavorare.
Due cose però possiamo già dirle.
La prima è la pregievole iniziativa di introdurre la delega ai “Diritti degli animali”. Sconsiderata mi appare invece l’assenza di quella alle “Politiche del lavoro” e alle “Politiche comunitarie”.
Ricordo che tali deleghe erano presente nella prima amministrazione Magrone.
E allora, visto che si tratta di continuità o ripresa di un lavoro interrotto, perchè mai con la nuova amministrazione tali deleghe scompaiono?
Eppure il sindaco parlando di economia ha affermato che ci troviamo di fronte ad una “crisi economica che non si allontana“. Ed io aggiungo che la disoccupazione tra i giovani e delle donne in particolare, è notevolmente aumentata da quando la crisi ha iniziato a mordere. E che anche gli over cinquanta sono stati travolti e lasciati soli in mezzo al guado, senza poter raggiungere una sponda o l’altra (difficoltà a trovare un nuovo lavoro e troppo giovani per una pensione).
La disoccupazione è così grave in Italia, da indurre il neo presidente del’Inps Boeri a presentare al Governo l’istituzione di un un “reddito minimo garantito” per arginare le nuove forme di povertà e di esclusione sociale.
Le stime ufficiali parlano di una disoccupazione attestata al 42% tra i giovani, ma la realtà è molto più profonda ed estesa. L’analisi dei dati distribuiti geograficamente mostrano un meridione da “Piano Marshall” con una disoccupazione giovanile che supera abbondantemente il 60%. E’ un vero e proprio dramma sociale che tiene fuori dal mercato del lavoro due generazioni. (Se hai voglia leggi alcune riflessioni a riguardo).
Sindaco, e allora per quale ragione non ha (re)istituito la “Delega al lavoro” come quella alle “Politiche comunitarie”?
Certo la presenza di una delega non risolve di per sé il problema ma non v’è dubbio che esprime una precisa volontà politica ad affrontare il problema.
Il Paese ha bisogno di tutti i livelli istituzionali per fronteggiare la disoccupazione e i comuni dovrebbero essere in trincea da questo punto di vista non foss’altro perchè ultimo presidio prima del baratro.
“Questa amministrazione sarà orgogliosa di ricevere proposte, sia dall’opposizione sia dalla comunità e dai singoli cittadini“, è stato un suo accorato appello alla cittadinanza.
E allora, Sindaco, raccolgo l’invito e le propongo di assegnare una “Delega al lavoro e Politiche comunitarie” individuando un centro di competenza e responsabilità politica pubblicamente riconoscibile, la cui attività sia misurabile in termini di efficenza ed efficacia e, se lo ritiene opportuno, proporre al Consiglio comunale la costituzione di una “Commissione speciale” sul lavoro, invocando l’Art. 13, lettera a, dello Statuto comunale, che affianchi l’attività politica di riferimento, magari coinvolgendo la componente giovanile che l’ha sostenuta tenacemente nell’ultima campagna elettorale che ha creduto nel suo progetto politico.
Ma prima di tutto, metta ordine e renda coerente la struttura amministrativa con il progetto di riorganizzazione del Comune approvato con DELIBERAZIONE COMMISSARIALE N. 35 del 16/04/2013), perchè da questo punto di vista (lavoro, politiche comunitarie, politiche giovanili, attività produttive, marketing territoriale, etc.etc.) il comune è un vero ginepraio, e a Modugno, ci sono pesci che sguazzano bene quando l’acqua è torbida.