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Montmartre - Parigi. La Prima comunione

(“La prima comunione”, olio su tela di Gaston Le Beuze, 1949 – Collezione privata)

Le domeniche di maggio e giugno per la Chiesa cattolica sono tradizionalmente destinate alle prime comunioni. Si celebravano quando i fanciulli raggiungevano i dodici anni d’età, fino a quando, su mandato di Pio X, la Sacra Congregazione dei Sacramenti l’8 agosto del 1910 pubblicò un decreto in cui il pontefice chiedeva di anticipare la “Prima comunione” a partire dai sette anni di età. 

A Parigi nelle chiese cattoliche, la vecchia cerimonia collettiva della  “Prima comunione”, celebrata intorno ai dodici anni venne comunque mantenuta e chiamata “Comunione solenne” per distinguerla dalla “Prima comunione”.

Gaston Le Beuze, un eccellente artista specializzato in vivaci scene di strada e spaccati di vita parigina, ritrae in un dipinto del 1949, “La domenica delle comunioni” a Montmartre.

La meticolosità nel tocco dell’artista che ha tradotto in modo straordinario questo giorno di festa a Montmartre, risuona un po come un ritorno alla gioia di vivere dopo l’occupazione tedesca e il governo collaborazionista di Vichy del Maresciallo Petain.

La scene che compongono la tela ritraggono la “Prima comunione” di una bimba con abito tradizionale, velo e borsetta, accompagnata dai genitori mentre percorrono a piedi Rue Norvins, appena superata Place du Tertre, dopo la cerimonia tenuta nella Chiesa del Sacré-Coeur a Montmartre.

Un pò più avanti una donna passeggia col suo bambino in carrozzina mentre imbocca Rue des Saules, in direzione del Cabaret “Au Lapin Agile”. A destra un signore guarda la vetrina di un negozio mentre una donna, all’interno di una boulangerie all’incrocio con Place Jean-Baptiste Clément osserva la via.

Alzando lo sguardo vediamo una donna affacciata al balcone mentre al piano sottostante poggiato sul davanzale arieggia un lenzuolo.

Poco più in là due bimbe con toulle bianco accompagnate  dalle “Figlie della Carità”, una comunità di origine francese (“le Vincenziane”), con abito tradizionale in saio grigio e il caratteristico copricapo a larghe tese inamidate (la ‘cornetta’ o “cappellone”), allora in uso tra le contadine di Parigi.

Sullo sfondo campeggia maestosa la cupola del Sacre-Cour, quasi a voler avvolgere e proteggere la scena.

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