La passeggiata di San Giovanni sotto le stelle lungo i sentieri che portano a Balsignano voluta dall’amministrazione Bonasia, è stata una simpatica iniziativa, ben organizzata e riuscita, con grande partecipazione di persone di tutte le età. Merito soprattutto delle associazioni di volontariato che si sono prodigate nel tenere il serpentone illuminato da centinaia fiammelle dentro un percorso naturalistico che si snodava per tratti lungo la lama, su tratturi e sentieri di campagna e della Polizia locale che ha gestito la viabilità pubblica e tenuto in sicurezza l’intera passeggiata.
Tutto questo mi sembra parte di un sogno. Un sogno ancora da venire ma che possiamo realizzare. E questa passeggiata assieme ad altre che si sono già fatte, oltre a rappresentarne i primi vagiti, avvalorano l’idea che possiamo farlo. Di più, dobbiamo impegnarci per farlo e sempre meglio.
Conoscendo da decenni i percorsi di montagna del Trentino-Alto-Adige, dove tutto è organizzato e nulla è lasciato al caso, mi sono sempre chiesto se da noi si poteva fare lo stesso. Ma non abbiamo le montagne, mi dicevo. E pensa, ripensa!
Gli altoatesini hanno sfruttato i percorsi della Grande Guerra mappati dagli alpini e successivamente (ri)sistemati, segnati, messi in sicurezza e divulgati. Il turismo allora non era neanche immaginato da chi mangiava polenta per sopravvivere. Eppure ci hanno creduto, si sono rimboccati le maniche e grazie a quei percorsi e allo scenario storico-naturalistico che sono le Alpi, li hanno saputi (re)interpretare. Oggi, il turismo in quei luoghi è la fonte primaria di sostentamento che contribuisce in modo significativo al nostro Reddito Nazionale.
E allora, perchè non fare lo stesso anche qui da noi a Modugno?
E’ vero, non abbiamo i sentieri della Grande Guerra, non abbiamo le Alpi, ne laghi e corsi d’acqua. Ma che vuol dire? Abbiamo i tratturi della transumanza, le lame, i sentieri della mietitura, la via dell’olio e del vino e della marina, non di meno, i percorsi determinati nei secoli dalle ruote dei carri trainati dai muli per raggiungere e accudire le nostre terre. Eppoi le masserie, le case coloniche, i muri a secco, le chiesette, Balsignano. insomma un patrimonio storico-architettonico-antropologico-naturalistico non solo da tutelare, ma anche valorizzare e rendere fruibile in modo sostenibile ad un pubblico sempre più numeroso e desideroso di conoscere la nostra storia, la nostra cultura e gastronomia.
E’ tempo di mettersi a lavorare!