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All’angolo opposto di  Rue des Saules  e Rue Saint-Vincent, alle spalle del Sacré-Coeur a Montmartre, noterete una casa rossa con un’insegna su cui è scritto “Au Lapin Agile”. Si tratta di uno dei cabaret che hanno fatto la storia di Parigi, dove Picasso, Modigliani, Utrillo, Apollinaire, e tanti altri, erano clienti abitudinari. Picasso e Utrillo rappresentarono quel luogo con un olio su tela contribuendo così a rendere il cabaret uno dei più famosi in tutto il mondo.

Poco distante, la “Maison Rose”, una casa, anche questa uscita da un quadro di Utrillo.

Fondato nella metà del XIX secolo e acquistato da Aristide Bruant nel 1913, fu uno dei luoghi privilegiati degli artisti bohemien del primo Novecento come Picasso, Jacob, Roland Dorgelès. Molti di loro abitavano a Montmartre, per altri la butte era il rendez vous dell’arte, come della cultura e della contaminazione, ma anche della disobbedienza civile e della dissidenza politica. Insomma, il luogo della contestazione tout court, che trovava nell’espressionismo artistico un’uscita di sicurezza, un modo per vivere e talvolta sopravvivere, ma sempre controcorrente.

Il locale oggi è ancora aperto, sempre lo stesso di allora. Sembra quasi che il tempo si sia fermato. Lo spettacolo si compone mentre lo si fa, interagendo col pubblico. Tutto è lasciato al caso, all’improvvisazione, “en plain air”, come la pittura degli impressionisti francesi della seconda metà dell’800 che si stabilirono a Barbizon nei pressi di Parigi.

Il quartiere di Montmartre era ricco di vigne fino alla fine del XVIII secolo, ne è rimasta una, attorno alla quale nei primi di ottobre si svolge per le rue la festa popolare della vendemmia. A seguito della costruzione di un muro di divisione con la città, divenne residenza di agricoltori e dogana per il passaggio delle merci in entrata a Parigi (in particolare del vino). Ma fu anche un’area dedicata al divertimento. Infatti, la butte di Montmartre è ricca di locali e cabaret come Le Chat Noir, Le Moulin Rouge, Le Moulin de la gallette, di cui Renoir ne ritrasse il ballo, esposto al Musee d’Orsay di Parigi, e tanti altri che ancora oggi, offrono la possibilità di rivivere momenti di vita bohemien, come accade appunto, Au Lapin Agile.

La zona era abitata da gente varia e disomogenea: prostitute con i loro sfruttatori, ladruncoli, assassini, disertori, anarchici, studenti, che dal quartiere latino vi si recavano per passare momenti goliardici, ma anche benestanti borghesi che cercavano qui, un momento di svago lontano dalla città, e in tutta segretezza.

Inizialmente venne chiamato Au rendez-vous des voleurs, assunse successivamente il nome  Le cabaret des assassins e, A ma campagne. Nel 1866 Adèle Decerf, un ex ballerina del cancan ai tempi della Belle époque., la cui specialità culinaria era il coniglio saltato in padella, riprese la gestione del locale. La tradizione racconta che il cabaret ebbe questo nome particolare perché una banda di assassini fece irruzione e uccise il figlio del proprietario. O forse, si dice, il nome deriva solo da stampe di assassini famosi (Ravaillac, Troppmann, ecc) appese alle pareti.

Il cabaret era  già frequentato da più di venti anni quando, nel 1875, l’artista Andre Gill dipinse come insegna del locale un coniglio che balzava fuori da una padella. Dal gioco di parole Le lapin à Gill (ovvero Il coniglio di Gill) nacque il nome emblematico del cabaret Le lapin agile. L’insegna originale posta sulla facciata dell’edificio realizzata dal caricaturista è conservata presso il Museo di Montmartre.

Nel 1903, Aristide Bruant comprò il cabaret e il nuovo gestore, Frédéric Gérard, diede nuova vita al locale radunando attorno alla sua chitarra e al suo violoncello tantissimi artisti di Montmartre.

La casetta che ospita il celebre cabaret parigino è stata resa celebre dal pittore Maurice Utrillo, nato e vissuto a Montmartre, che l’ha immortalata in un suo quadro.

Oggi Le Lapin agile accoglie le esibizioni di giovani artisti parigini che si esibiscono con la complicità del pubblico in vecchie canzoni della tradizione francese in un’’atmosfera di una Parigi ormai perduta.

Basta poco per lasciarti sedurre ed essere attratto dalla voglia di sederti su quelle panche, immaginando per un istante di poter rivivere le stesse emozioni di chi un tempo quel locale ha frequentato. Ma nel momento in cui lo fai, non è più lo stesso. Come se, per viverlo hai bisogno di guardarci dentro, e nell’istante in cui lo fai non è più lo stesso. Piace pensare però di averlo comunque vissuto. E tanto basta.

Au Lapin agile (olio su tela collezione privata)

E così, nel dicembre del 2018 (il video riproduce un frammento dello spettacolo), in una fredda sera d’inverno, dopo aver cenato in un locale adiacente Place du Tertre scendemmo dalla butte per Rue des Saules alle spalle del Sacre coeur, per vivere l’esperienza Au Lapin Agile. Un momento indimenticabile da ricordare, ma anche da raccontare “la Paris à l’ancienne façon”, senza dimenticare di assaporare la “Soupe à l’oignon”, dopo esserti perso nei meandri del quartiere latino, un tempo frequentatissimo degli universitari della Sorbone, o provare la famosa galette des rois, le chouquettes e le pain aux raisins, vendute nelle boulangerie parigine con i banchi cosparsi di dolci e profumo di baguettes de tradition.

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