Pensate veramente che basti l’impegno della Commissione Pari Opportunità Regione Puglia o del Coordinamento Italiano della Lobby Europea delle Donne, cioè la voce di alcune istituzioni, ad arginare il potere dei “maschi” e “convincere” il Consiglio regionale della Puglia ad approvare la doppia preferenza di genere?
Il Montesquieu conosceva il potere e sapeva bene che esso è esercitato senza limiti, fino a quando non trova il proprio argine in un’altro potere.
La riflessione giuridica e politica che ne consegue porta il Montesquieu ad individuare per lo Stato, una separazione, ma anche equilibrio dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario). Per questo è necessario che ognuno di noi, “sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità” (art. 2 cost.), a prescindere dal genere e orientamento sessuale, faccia sentire la propria voce. Una comunità non può definirsi tale se una parte importante di se non è sufficientemente rappresentata. Qui in discussione non è il genere femminile, ma un’intera comunità, dal momento che si tratta di affermare un diritto costituzionale. E fino a quando ciò non avverrà, la Puglia resterà lontana dall’Italia e dal resto d’Europa.
Mercoledì 15 luglio in Commissione si avvierà l’iter per esaminare le proposte di modifica alla legge elettorale regionale n. 2/2005. L’auspicio è che si possa arrivare entro fine mese ad approvare all’unanimità in Consiglio regionale, l’introduzione della parità di genere nella legge elettorale della Puglia.